EDUCAZIONE E SCUOLA - Vivere la storia

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EDUCAZIONE E SCUOLA

VITA CIVILE

I ragazzini arrivavano a scuola a piedi con il bello e il cattivo tempo. D’inverno portavano anche un po’ di legna per la stufa perché in aula la temperatura era di circa 14°. Le famiglie erano convinte che l’istruzione donasse la libertà di pensiero, ma durante la Seconda Guerra Mondiale fu lo strumento principale per plagiare le menti dei ragazzi. Il fascismo riformò l’istruzione, le diede un carattere nazionale e militarista, estese il suo controllo su tutti i manuali scolastici in uso nelle scuole allo scopo di preparare il fisico ed il morale dei futuri soldati italiani. I ragazzi avevano l’obbligo scolastico fino alla sesta classe. Con questa riforma l'analfabetismo fu quasi debellato.



Gli alunni studiavano su testi scolastici che esaltavano il fascismo con immagini e contenuti a sfondo propagandistico. Gli alunni più intelligenti e volonterosi venivano aiutati dal regime con sussidi ed i migliori accedevano ai collegi fascisti, altamente militarizzati. I ragazzini avevano una cartella di cartone o fatta con la iuta dei sacchi delle patate. Un astuccio di legno con: matita, gomma, cannetta e pennino, carta assorbente, un quaderno a righe ed uno a quadretti. Le maestre impartivano le lezioni anche a tre classi accorpate nella stessa aula, arrivando a 50-60 alunni.


Era difficile imparare a leggere e scrivere, soprattutto per i figli di chi non aveva esperienza di libri o di parole scritte. Gli insegnanti erano severissimi e si potevano permettere qualsiasi punizione, bacchettavano chi chiacchierava, non mancavano schiaffi o l’esser messi in ginocchio sui sassolini. Lo scolaro malmenato, non si lagnava mai con i genitori perché, altrimenti, a casa, avrebbe ricevuto il doppio delle botte. Nel 1938 i bambini ebrei iniziarono a subire i provvedimenti antisemiti anche a scuola; per difendere la razza italiana vennero espulsi gli insegnanti ebrei ed istituite delle scuole elementari separate. Affiancati alla scuola sorsero l’Opera Nazionale Balilla, la Gioventù Italiana del Littorio e i Gruppi Universitari Fascisti, con l’obbligo della frequenza dalla prima età ai 21 anni. Questi enti morali si appropriarono del tempo libero dei giovani con l’intento di renderli consapevoli della loro italianità e del ruolo di fascisti del domani.

L’ONB era suddivisa in: figli e figlie della lupa (6/8 anni), balilla/ piccole italiane (9/13 anni), avanguardisti/giovani italiane (14/18 anni) e, secondo l'ideologia fascista, mirava all'educazione spirituale, culturale, fisica e religiosa, all’agonismo ginnico-sportivo ed all'addestramento paramilitare, con l’uso di divise. I ragazzi ogni sabato, partecipavano al sabato fascista, dando sfoggio delle propria abilità; facendo volteggi, maneggiando il moschetto finto in legno, lanciandosi in cerchi di fuoco. Le ragazze roteavano cerchi, clave, bandiere e si esibivano nella corsa e nel salto. I migliori giovani della nazione partecipavano anche a grandi manifestazioni ginnico militari, i Campi Dux.


 
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